Il Prof Guglielmo Pinto ci ha lasciati
Ci sono a volte lettere che non avresti mai voluto scrivere, ma che senti di dover scrivere.…
Succede quando ti appresti a ricordare una persona che sai di non potere, …purtroppo, più rivedere.
Quando poi, come è nel caso “del Professore”, succede che il ricordo diventi surreale perché viene dal cuore e subito la memoria si trasformi in malinconia.
Ti ritrovi a parlare di un grande personaggio, un uomo per certi versi speciale.… che molti nel basket laziale e nazionale hanno conosciuto durante questi ultimi 70 anni di Sport italiano.
E siccome, soprattutto negli ultimi anni, le nostre vite si sono ripetutamente intrecciate, ho deciso di provare a scrivere questa lettera dedicata alla sua memoria ed ai suoi amici che sono i soli, in assenza di una vera famiglia, a poter proseguire nel suo ricordo le attività che amava.
Questo grande signore si chiama, anzi si chiamava Guglielmo Pinto. Era nato a Napoli, originario del Molise, ma si era trasferito ancora giovane nella capitale.
A Roma si era laureato e svolgeva l’attività di docente di chimica presso l’istituto Bernini. Nel 1951, aveva fondato la società sportiva “U.S.S.A. Olimpia” una delle prime società di basket nella Roma del secondo dopo guerra.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1958, rimase a vivere senza mai sposarsi con la madre nella sua casa di via Vincenzo Bellini.
Intanto aveva insediato l’attività della sua società sportiva nei campi all’aperto dell’impianto CONI delle Tre Fontane.
Erano gli indimenticabili anni della Roma del dopo Olimpiadi 1960, la voglia di sport era tanta e il numero di giovani desiderosi di praticare gli sport di origine “americana”, in alternativa al calcio nostrano, cresceva ogni giorno.
La sua società sportiva rappresentava ed ha sempre rappresentato il vero spirito “dell’importanza di chiamarsi minor”: tantissimi giovani romani, ora meno giovani ma che lo ricordano sempre con affetto, hanno iniziato con lui a praticare il basket per poi spiccare il grande salto verso parquet di livello superiore.
Guglielmo è stato per tutta la vita un uomo mai domo, pieno di grandi passioni e di grande grinta.
Spesso mi raccontava del suo impegno sociale e politico come ambientalista nel partito dei Verdi impegnato a metà degli anni ’80 nel referendum contro le Centrali Nucleari.
Nemmeno la malattia, che ne debilitava il fisico, lo ha mai fermato.
Guglielmo si è spento serenamente nella sua grande casa “museo”, dove era rimasto a vivere da solo dopo la morte della tanto amata madre.
Intorno a lui sulle pareti e sui mobili i mille ricordi dei tanti viaggi in giro per il mondo, spesso in occasione di grandi eventi internazionali legati alla Pallacanestro.
E sino alla fine gli hanno fatto compagnia le tante foto delle centinaia di ragazzi che prima ha guidato come allenatore nazionale FIP e poi ha accompagnato come dirigente con la sua storica società sportiva.
Ma Guglielmo all’impegno sportivo ha sempre accompagnato altre due grandi passioni che forse non tutti conoscono: è stato un filatelico, accreditato al C.I.O., di grande competenza ed esperienza ed inoltre collezionava “gufi e gufetti”. Si proprio quelle simpatiche statuette di ceramica, di metallo, di legno che spesso si vendono nei negozi di souvenir. Li aveva comprati in tutto il mondo e li custodiva in salone nella credenza a vetrinetta. Anche la foto, scelta per ricordarlo, lo ritrae con al collo un monile che raffigura un piccolo gufo.
La sua morte ci ha lasciato scioccati, sbigottiti, profondamente turbati.
Solo poche settimane fa, siamo stati insieme con altri amici a festeggiare il suo 92esimo compleanno.
Era ancora allegro e mentalmente presente, avrei detto che fosse immortale.
Ma non è stato così, e adesso Guglielmo non c’è più.
Ma anche oggi, da eterno combattente ha voluto darci una grande lezione di impegno sociale: il suo più grande desiderio è che l’USSA Olimpia continui la sua attività tra i giovani per la promozione dello sport.
E allora caro Guglielmo saluto te e tutti gli amici che oggi sono venuti qui a salutarti con questa frase che ci ha lasciato un grande combattente del secolo scorso: “Se io muoio non piangete per me, ma proseguite nel fare quello che facevo io. In questo modo continuerò a vivere in voi.” (Ernesto Che Guevara).
Nando Bonessio, in ricordo del “Professore” Guglielmo Pinto
Succede quando ti appresti a ricordare una persona che sai di non potere, …purtroppo, più rivedere.
Quando poi, come è nel caso “del Professore”, succede che il ricordo diventi surreale perché viene dal cuore e subito la memoria si trasformi in malinconia.
Ti ritrovi a parlare di un grande personaggio, un uomo per certi versi speciale.… che molti nel basket laziale e nazionale hanno conosciuto durante questi ultimi 70 anni di Sport italiano.
E siccome, soprattutto negli ultimi anni, le nostre vite si sono ripetutamente intrecciate, ho deciso di provare a scrivere questa lettera dedicata alla sua memoria ed ai suoi amici che sono i soli, in assenza di una vera famiglia, a poter proseguire nel suo ricordo le attività che amava.
Questo grande signore si chiama, anzi si chiamava Guglielmo Pinto. Era nato a Napoli, originario del Molise, ma si era trasferito ancora giovane nella capitale.
A Roma si era laureato e svolgeva l’attività di docente di chimica presso l’istituto Bernini. Nel 1951, aveva fondato la società sportiva “U.S.S.A. Olimpia” una delle prime società di basket nella Roma del secondo dopo guerra.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1958, rimase a vivere senza mai sposarsi con la madre nella sua casa di via Vincenzo Bellini.
Intanto aveva insediato l’attività della sua società sportiva nei campi all’aperto dell’impianto CONI delle Tre Fontane.
Erano gli indimenticabili anni della Roma del dopo Olimpiadi 1960, la voglia di sport era tanta e il numero di giovani desiderosi di praticare gli sport di origine “americana”, in alternativa al calcio nostrano, cresceva ogni giorno.
La sua società sportiva rappresentava ed ha sempre rappresentato il vero spirito “dell’importanza di chiamarsi minor”: tantissimi giovani romani, ora meno giovani ma che lo ricordano sempre con affetto, hanno iniziato con lui a praticare il basket per poi spiccare il grande salto verso parquet di livello superiore.
Guglielmo è stato per tutta la vita un uomo mai domo, pieno di grandi passioni e di grande grinta.
Spesso mi raccontava del suo impegno sociale e politico come ambientalista nel partito dei Verdi impegnato a metà degli anni ’80 nel referendum contro le Centrali Nucleari.
Nemmeno la malattia, che ne debilitava il fisico, lo ha mai fermato.
Guglielmo si è spento serenamente nella sua grande casa “museo”, dove era rimasto a vivere da solo dopo la morte della tanto amata madre.
Intorno a lui sulle pareti e sui mobili i mille ricordi dei tanti viaggi in giro per il mondo, spesso in occasione di grandi eventi internazionali legati alla Pallacanestro.
E sino alla fine gli hanno fatto compagnia le tante foto delle centinaia di ragazzi che prima ha guidato come allenatore nazionale FIP e poi ha accompagnato come dirigente con la sua storica società sportiva.
Ma Guglielmo all’impegno sportivo ha sempre accompagnato altre due grandi passioni che forse non tutti conoscono: è stato un filatelico, accreditato al C.I.O., di grande competenza ed esperienza ed inoltre collezionava “gufi e gufetti”. Si proprio quelle simpatiche statuette di ceramica, di metallo, di legno che spesso si vendono nei negozi di souvenir. Li aveva comprati in tutto il mondo e li custodiva in salone nella credenza a vetrinetta. Anche la foto, scelta per ricordarlo, lo ritrae con al collo un monile che raffigura un piccolo gufo.
La sua morte ci ha lasciato scioccati, sbigottiti, profondamente turbati.
Solo poche settimane fa, siamo stati insieme con altri amici a festeggiare il suo 92esimo compleanno.
Era ancora allegro e mentalmente presente, avrei detto che fosse immortale.
Ma non è stato così, e adesso Guglielmo non c’è più.
Ma anche oggi, da eterno combattente ha voluto darci una grande lezione di impegno sociale: il suo più grande desiderio è che l’USSA Olimpia continui la sua attività tra i giovani per la promozione dello sport.
E allora caro Guglielmo saluto te e tutti gli amici che oggi sono venuti qui a salutarti con questa frase che ci ha lasciato un grande combattente del secolo scorso: “Se io muoio non piangete per me, ma proseguite nel fare quello che facevo io. In questo modo continuerò a vivere in voi.” (Ernesto Che Guevara).
Nando Bonessio, in ricordo del “Professore” Guglielmo Pinto